L'ultimo viaggio di Lenin by Francesco Pala

L'ultimo viaggio di Lenin by Francesco Pala

autore:Francesco Pala [Pala, Francesco]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Neri Pozza


Seconda parte

(1953)

20.

Il 9 marzo 1953 furono milioni i partecipanti al funerale del segretario generale del Pcus Stalin e furono centinaia le delegazioni estere accorse per prendere parte all’evento e sondare, attraverso fonti diplomatiche di prima mano, le intenzioni e il futuro della classe dirigente sovietica. Agli addetti al cerimoniale, agli uomini al vertice del ministero per la Sicurezza dello Stato e ai maggiorenti del partito non sfuggì la presenza della delegazione della Repubblica popolare di Leninesia.

Nei giorni precedenti, quando la morte dell’uomo politico si era palesata come una certezza, Lavrentij Pavlovič Berija, il più potente, temuto e criticato tra i candidati alla successione, aveva deciso di inviare un emissario in Leninesia per una visita del tutto segreta e non autorizzata dal Pcus. Il prescelto era stato Akim Borisovič Bobrov, un oscuro burocrate cresciuto nel culto di Berija, dotato di capacità intellettuali, fiuto politico, tatto diplomatico e affidabilità. La visita aveva una serie di scopi: il primo era quello di stabilire un rapporto con la dirigenza leninese per valutare l’ipotesi che gli esperti in imbalsamazione e conservazione dei corpi presenti in quel Paese potessero intervenire sulla salma del leader politico morituro per garantire anche a lui, come a Lenin, una parvenza di vita oltre la morte.

Il secondo motivo era legato al desiderio di prendere contatto con un Paese che nessuno conosceva bene e di cui in pochi avevano letto qualcosa nei rapporti sempre frammentari degli uomini del ministero per la Sicurezza dello Stato. Un Paese presso il quale Berija aveva il fermo desiderio di accreditarsi, convinto che alla morte di Stalin sarebbe toccato a lui succedergli. Berija era inoltre ansioso di verificare personalmente ciò che Magomedov aveva scritto in un rapporto segreto destinato a Stalin, a seguito di un incontro con una delegazione leninese avvenuto al confine tra l’Unione Sovietica e la Rpl. Il rapporto di Magomedov non era rilevante per le considerazioni che vi erano contenute sulla dubbia ascesa economica del piccolo Paese, secondo lui legata prevalentemente alle speranze di sfruttamento del petrolio in zone della steppa che da sempre l’Unione Sovietica aveva considerato impraticabili. Il rapporto era considerevole soprattutto nella parte dedicata alla forza ideologica che sembrava pervadere gli uomini con cui Magomedov era potuto venire in contatto, rappresentanti di una popolazione che viveva in un territorio confinato nel Nord della Russia, bagnato dal Mar Glaciale Artico e occupato in gran parte dalla tundra, con un clima che aveva reso quasi invivibili quelle zone e che ora sembrava favorire una tensione ideale fuori dal comune. Secondo Magomedov, gli uomini che aveva incontrato parevano animati da un «furore ideologico al limite del fanatismo», come aveva scritto nel rapporto, e che a voce aveva definito semplicemente un «mistero della passione».

Berija non era rimasto affatto sorpreso dal rapporto di Magomedov perché, a partire dal 1946, i servizi segreti sovietici avevano cercato in ogni modo di infiltrare un uomo nella Rpl, come veniva chiamata la giovane repubblica. Avevano spedito a nord diverse tipologie di persone – adulti, giovani, anziani e anziane – tutte



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